Mercoledì 29 gennaio
MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo
Architetto_Artista, Alessandro Anselmi è stato ricordato ed omaggiato ad un anno dalla sua scomparsa nella Sala Studio Centro Archivi di Architettura del MAXXI di Roma.
Accolti da un recinto fatto dalle sue stesse opere, i partecipanti hanno conosciuto il passionale comunista che a Roma ha costruito solo grazie ai preti, come lo ha definito sua moglie Giovanna De Sanctis, attraverso le testimonianze dei suoi familiari e di relatori che lo hanno incontrato o condiviso con lui esperienze anche durature.
I racconti di vita e le analisi fatte riguardo la figura del grande architetto romano hanno, a mio parere, fatto emergere tre concetti chiave caratterizzanti la vita e l'attività di Alessandro Anselmi.
Il concetto di radunare. Dalla formazione del gruppo GRAU, alla reiterazione nelle sue opere dei concetti di recinto e copertura.
La tensione. Latente o urlata nei suoi progetti ed interiore nel continuo porsi dubbi ed affrontare incertezze al fine di migliorarsi e migliorare le sue opere, arrivando anche a comprometterle o distruggerle pur di ottenere la forma cattiva, come raccontato dal figlio Valentino Anselmi.
L'azione in rapporto all'architettura. Azione esterna che modifica il manufatto e lo adatta a sè, legata alla sua originale visione del concetto di contesto. Azione che viene dall'interno, attraverso i continui spunti e cambi di prospettiva che elabora per i fruitori delle sue architetture e che suggestiona e condiziona ciò che di esterno vi penetra all'interno; operazione ancor più notevole se si pensa che il raggiungimento di tale complessità spaziale e percettiva è sempre stato ottenuto attraverso l'uso di geometrie elementari combinate.
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