domenica 23 febbraio 2014

Il tempo del paesaggio _ DESVIGNE & DALNOKY

Michel Desvigne, nato nel 1958, studia scienze naturali e successivamente si interessa all'architettura del paesaggio laureandosi all'Ecole Nationale Supèrieure du Paysage di Versailles. Nel 1986 vince il concorso della sezione architettura dell'Académie de France di Roma e dal 1986 al 1987 è ospite a Villa Medici. Prosegue il suo percorso esercitando la professione ed insegnando all'Ecole Polytecnique Fédérale  di Losanna e all'Institut d'Architecture di Ginevra. 

Christine Dalnoky, nata nel 1956, si laurea in architettura del paesaggio all'Ecole Nationale Supèrieure du Paysage di Versailles. E' ospite a Villa Medici dal 1987 al 1988 dopo aver vinto il concorso della sezione di architettura dell'Académie de France di Roma. Dirige un atelier all'Ecole Nationale Supèrieure du Paysage di Versailles e successivamente pratica la didattica presso l'Institut d'Architecture di Ginevra. 

Lo studio Desvigne e Dalnoky nasce nel 1988 e nel corso degli anni conduce ricerche per istituzioni pubbliche e collabora collabora con diversi architetti e con gli assessorati per i lavori pubblici di varie città della Francia. 
L'approccio dei due architetti si basa su un approccio alla disciplina paesaggistica di ispirazione fenomenologica e rifiuta di confinare il paesaggio ad un ruolo puramente "decorativo". Il loro approccio si articola sul concetto di memoria e di temporalità. I loro progetti sono il prodotto di una proiezione immaginativa del territorio. Ritengono che coniugando il progetto paesaggistico al concetto di durata, questo possa generare cultura, non in senso metaforico ma come matrice di una riconfigurazione volontaria del paesaggio stesso. 

Progetti che ben rappresentano questo tipo di approccio sono:  i Giardini, piazzali e parcheggi della Fabbrica Thomson a Guyancourt, e le Foreste fondazionali proposte per la riqualificazione della riva destra di Bordeaux.

Giardini, piazzali e parcheggi della Fabbrica Thomson _ Guayancourt  _ 1991/1992
Il progetto si basa sul raggiungimento di due obiettivi principali:

  • creazione a breve termine di un contesto paesaggistico per l'area esterna alla fabbrica
  • creazione di una condizione favorevole ad un eventuale riuso dell'area
Per rendere efficiente il funzionamento della fabbrica anche in attesa dell'allaccio alla rete fognaria cittadina, è stato previsto un sistema di drenaggio delle acque di scolo formato da una vasca di raccolta e da una rete di canali. Il sistema di canalizzazioni a cielo aperto sarebbe servito per l'irrigazione dei filari alberati previsti nel disegno dell'area di parcheggio e la conformazione convessa delle fasce di asfalto avrebbe contribuito, in seguito ad un processo di purificazione, al rifornimento di acqua per la vasca di raccolta.


Anche la scelta delle essenze arboree utilizzate è stata pensata in relazione all'intento di creare un paesaggio "provvisorio" comunque di valore e di prevederne una variazione nel tempo. Accanto ai salici per il disegno del parcheggio sono stati previsti pioppi a rapido accrescimento che potessero rendere evidente già in un periodo di tempo ridotto la geometria progettata. 


Contemplando una "seconda vita" dell'area si è previsto di implementare gli elementi naturalistici presenti con pini neri, faggi e querce; queste piante, con la loro vita secolare, si inseriranno nella configurazione a lungo termine del contesto circostante, modificandone il paesaggio. 
La sinergia progettuale tra gli studi di Renzo Piano, autore del progetto della fabbrica, e lo studio Desvigne & Dalnoky, dà vita a un progetto che annulla l’antitesi tra sviluppo economico e sostenibilità ambientale, creando una relazione imprescindibile tra gli edifici, gli spazi aperti e il paesaggio circostante. Il progetto architettonico della fabbrica nasce infatti temporalmente e concettualmente insieme al progetto degli spazi aperti e del paesaggio.


Evoluzione temporale delle struttura paesaggistiche

Il tema del paesaggio provvisorio viene trattato anche nel progetto per la sistemazione degli spazi esterni della New York Police Academy di Diana Balmori; anche in questo caso il progetto riguarda le aree destinate a parcheggio ma si relaziona alla questione della realizzazione in fasi del progetto architettonico. 

Foreste fondazionali _ Bordeaux _ 2000
Nel 2000 la riva destra di Bordeaux si presentava come un tessuto caratterizzato da aree industriali, parcheggi e strade dismesse. Il progetto piuttosto che inserire funzioni ricreative che potessero essere dei catalizzatori volti  a riattivare la zona attua una strategia volta a raggiungere lo stesso obiettivo di riqualificazione del tessuto e basata sulla sua rigenerazione naturale. 
Si prevedono quindi delle azioni basate sul disegno del paesaggio, configurando il tessuto con piccole isole che messe a sistema formano un parco che si adatta alla conformazione del territorio e si autogenera nel tempo. Le aree in disuso, progressivamente acquisite dal Comune vengono piantumate con essenze arboree variate che configurano un sistema vivo e mutabile. 


Le fasi di naturalizzazione nello specifico prevedono: 
  • la piantumazione delle varie essenze arboree
  • la fase di crescita e infoltimento degli alberi e delle piante 
  • la creazione di isole, corti definite dalla natura all'interno delle aree boschive, al fine di mantenere un rapporto equilibrato tra vuoti e pieni all'interno del tessuto
La scelta di inserire la natura nelle aree interstiziali di un territorio densamente edificato e fortemente compromesso supera il limite centro urbano / campagna urbana facendone invece un connubio efficace. La temporalizzazione e la gradualità del processo di crescita delle piante permette inoltre una migliore assimilazione della trasformazione da parte di chi vive quotidianamente quei luoghi. Ulteriore vantaggio di un intervento di questo tipo in una zona sottoposta a trasformazione, come quella in oggetto, è la flessibilità di variazione e futura riacquisizione di aree, se necessario. 
Questo progetto rappresenta bene la volontà di Desvigne & Dalnoky di progettare strumenti e metodi che consentano di integrare il concetto di duration nelle trasformazioni urbane; riescono in questo caso a generare un processo di riprogrammazione che si autogenera ma che al contempo può essere facilmente governato. 

Fasi di accrescimento e di graduale modellazione delle "foreste fondazionali"

2003 _  fonte Google Earth
2006 _  fonte Google Earth
2012 _  fonte Google Earth

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